Anca e lombalgia
La lombalgia rappresenta una delle patologie certamente più frequenti e diffuse. Come ben sappiamo la sua causa può essere multifattoriale e può rappresentare il sintomo espressivo di altre malattie. Molto spesso la causa principale è da ricercare in fattori biomeccanici a distanza, basta ricordare l’influenza che a livello del rachide possono esercitare l’appoggio plantare, i disturbi odontoiatrici o le patologie muscolo-legamentose.
In presenza di lombalgia occorre quindi una attenta valutazione di tutta una serie di parametri riguardanti l’assetto biomeccanico della colonna vertebrale, la postura nel suo insieme, il bilancio muscolo-legamentoso e la ricerca di patologie di ordine viscerale. Ma esiste un fattore, molte volte trascurato in questa ricerca, e nella norma non messo in correlazione con la presenza di una lombalgia, e cioè la funzionalità delle articolazioni dell’anca che possono influire sulla fisiologia lombosacrale generando sovraccarico e quindi patologia dolorosa.
La rotazione dell’anca ha importanti ripercussioni a livello lombosacrale, poiché utilizza l’articolazione coxo-femorale di appoggio come fulcro per la rotazione.
In definitiva quindi le alterazioni della rotazione coxo-femorale influenzano le tensioni agli estremi della pelvi, tensioni che possono generare un mal funzionamento con sovraccarico del giunto lombosacrale.
Partendo da questi presupposti occorre procedere con un’attenta e precisa valutazione e percorrere un protocollo riabilitativo mirato alla correzione dello squilibrio. In un primo tempo deve essere applicato un lavoro di detensionamento dei muscoli rotatori (stretching, pompage, massoterapia) e in un secondo tempo un lavoro propriocettivo.
È chiaro che solo in un centro specializzato è possibile mettere in pratica quanto detto.
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