Lo Stretching
La ricerca medica ha da tempo dimostrato che moltissimi stati di cattiva salute sono direttamente correlati alla carenza di attività fisica.
I nostri antenati non avevano i problemi che di solito si accompagnano alla vita sedentaria, essi lottavano per sopravvivere ed erano forti e robusti perché continuamente impegnati in faticose attività all’aperto. L’avvento della società industriale ha sostituito l’attività manuale con le macchine. Invece di camminare usiamo l’automobile, piuttosto di salire le scale utilizziamo l’ascensore e così il nostro corpo si satura di tensioni, i muscoli diventano deboli e rigidi e perdiamo il contatto con la nostra fisicità.
Lo stretching eseguito prima e dopo l’attività fisica:
- prepara al movimento
- previene traumi ed esalta le prestazioni
- riduce la tensione muscolare favorendo la sensazione di rilassamento
- favorisce la coordinazione permettendo maggiore libertà, capacità e facilità nell’esecuzione del movimento (più un muscolo è allungato più forza sviluppa)
- previene strappi muscolari
- è un modo per conoscere e prendere coscienza dei muscoli che si dovranno usare
- sviluppa la consapevolezza del proprio corpo poiché ci si concentra sui vari gruppi muscolari
- allenta il controllo della mente sul corpo permettendo che si muova di per se stesso
- favorisce la circolazione del sangue
- insomma fa star bene
La giusta tecnica passa attraverso una tensione rilassata e prolungata, concentrandosi sui muscoli allungati, non molleggiando sù e giù o allungandosi sino alla soglia del dolore. Si avvertirà una tensione dove ci si rilassa, la tensione dovrebbe diminuire durante il mantenimento della posizione, se ciò non accade occorre alleggerire lievemente la tensione (essa riduce l’opposizione muscolare allo stiramento). Si dovrà percepire una sensazione di benessere muscolare. Ora si esce dalla tensione lentamente, mantenendo le varie parti del corpo in asse e rilassate, “pensando” alla loro nuova posizione.
Tutte le posizioni vanno mantenute almeno 30 secondi, a meno che non si provi dolore, tensione eccessiva o stanchezza, non si deve insistere sugli esercizi che non si riescono a fare. Bisogna lasciare che il corpo si adatti gradualmente e confortevolmente e ripetere quindi due o tre volte bilateralmente. Respirare lentamente e liberamente raggiungendo l’allungamento quando se ne sente il bisogno, se non si riesce a rilassarsi e a respirare normalmente è necessario lasciare l’esercizio.
Occorre ricordare che:
- l’allungamento è piacevole e facile, non serve forzare i propri limiti o cercare di fare sempre di più, l’allungamento forzato attiva un meccanismo che fa contrarre i muscoli, questa tensione causa microscopici strappi alle fibre (vere e proprie ferite che vengono riparate con formazione di cicatrici e perdita di elasticità e contrattilità)
- l’allungamento è una tecnica su base individuale, correlata alla struttura muscolare e alla flessibilità (non siamo tutti i giorni uguali, ma in alcuni siamo più rigidi), bisogna riuscire a capire le necessità e le possibilità del proprio corpo( l’invecchiamento diminuisce l’escursione articolare e il movimento)
- l’obiettivo è ridurre la tensione muscolare, non raggiungere la massima flessibilità (che spesso porta all’infortunio), è la capacità di mettersi in sintonia con i propri muscoli attraverso la presa di coscienza
- l’allungamento non è un’attività stressante, è serena, rilassante e non competitiva, non occorre sottoporsi ad alcuna rigida disciplina, non serve essere degli atleti, gli esercizi vanno eseguiti con armonia, come danzando (vedi il gatto quando si stira)
- chiunque può imparare ad allungarsi indipendentemente dall’età o dalla flessibilità, basta che non sussistano problemi fisici
- allungarsi male è peggio che non allungarsi