Lesione della cuffia dei rotatori
L’incidenza, nella popolazione, della lesione alla cuffia dei rotatori è elevata ed ha un andamento crescente con il progredire dell’età. Sono molto rare al di sotto dei 40 anni, infatti colpiscono più della metà dei soggetti al di sopra dei 60 anni. Nella maggior parte dei casi sono asintomatiche.
I muscoli della cuffia agiscono, con il deltoide, nel mantenere fisso il fulcro per la rotazione omerale durante l’elevazione del braccio, mentre è il capo lungo del bicipite a contrastare la traslazione superiore e anteriore della testa omerale.
I fenomeni degenerativi a carico dei tendini sono riscontrabili con l’invecchiamento. Alla base di questo processo degenerativo sono state ipotizzate una vascolarizzazione precaria e insufficiente con associate ripetute sollecitazioni.
Un altro fattore è di origine meccanica, il danno tendineo può essere provocato dall’attrito di strutture adiacenti. Ma negli ultimi anni questo fattore è stato ridimensionato poiché la maggior parte delle lesioni non originano in queste regioni.
Nei traumi, la comparsa delle lesioni è tanto più probabile quanto l’integrità del tendine è già compromessa.
Le lesioni con rottura possono interessare strutture articolari, bursali e tendinee. Le rotture tendinee vengono classificate sulla base del diametro di rottura: piccole, medie, ampie, massive. Si definisce irreparabile una lesione che si evolve verso uno stadio di gravità tale da non permettere la sua riparazione.
Esiste una correlazione tra alcune attività sportive e le lesioni a carico della cuffia dei rotatori, si tratta di sport di lancio e di elevazione del braccio. Sollecitazioni meccaniche estreme determinano micro-traumi che a lungo termine incidono sulla struttura della cuffia dei rotatori.
Alcune considerazioni:
- la lesione della cuffia dei rotatori tende a non riparare spontaneamente
- l’interruzione delle fibre tendinee inizia in sede di inserzione
- il tendine più spesso interessato è il sovraspinato a cui seguono il sottospinato e il sottoscapolare
- il danno si ripercuote al muscolo con compromissione di elasticità e attività contrattile
- progressiva risalita della testa omerale
Le conseguenze sono ipotrofia muscolare, dolore e perdita di forza.
Una limitazione dell’elevazione e dell’extrarotazione può indicare una compromissione del tendine del sovraspinato e7o della cuffia dei rotatori posteriore (tendine del sottospinoso). Una limitazione dell’intrarotazione può indicare una compromissione del tendine del sottoscapolare
Una limitazione dell’abduzione entro i 90° può indicare una compromissione del tendine del sovraspinato.
Un deficit di forza in elevazione ed extrarotazione può indicare compromissione del tendine del sovraspinato e/o della cuffia dei rotatori. Un deficit di forza in intrarotazione può indicare compromissione del tendine del sottoscapolare., l’azione di questo muscolo viene allora vicariata dai muscoli gran pettorale, gran dorsale e grande rotondo. Un deficit di forza in abduzione entro i 90° può indicare compromissione del tendine del sovraspinato.
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