La pubalgia nel calcio
In base alle lesioni, alla sintomatologia, e al differente approccio terapeutico, possiamo didatticamente distinguere tre gruppi:
1) Il primo gruppo è costituito da quella che definiamo: “tendinopatia inserzionale degli adduttori e/o degli addominali, eventualmente associata ad una origine microtraumatica”. È sicuramente il tipo di lesione più diffusa. La lesione anatomica di base è una distrazione muscolo-tendinea in prossimità dell’inserzione dell’adduttore al pube, della giunzione miotendinea degli adduttori (in particolare dell’adduttore lungo), con un possibile coinvolgimento del retto addominale e della sua inserzione al tubercolo pubico, ed una alterazione ossea secondaria a livello della sinfisi pubica. Sono molti i gesti tecnici che possono favorirne l’insorgenza: salti, dribbling, contrasti di gioco “in scivolata” e cambiamenti di direzione sono momenti responsabili di sollecitazioni sulla sinfisi pubica. Inoltre la corsa su terreni più o meno sconnessi ed il gesto tecnico della calciata, la sollecitazione ed il potenziamento degli addominali, fondamentali negli scatti brevi e la potenza del tiro, possono svolgere un’importante momento patogenetico nel determinare il sovraccarico pubico.
2) Esiste un gruppo di lesioni più subdole e per le quali non è sempre facile porre una diagnosi precisa. Questo secondo gruppo è costituito infatti da lesioni della parete addominale, e in particolare del canale inguinale di varia entità e natura, quali:
- ernia inguinale vera
- anomalie del tendine congiunto
- debolezza della parete posteriore del canale inguinale
3) Esistono inoltre cause meno frequenti di pubalgia che non riguardano strettamente patologie della muscolatura addominale o adduttoria, né anomalie della parete addominale. In questo gruppo, rientrano tutte le altre cause di dolore al pube, regione adduttoria e addominale. Si tratta di patologie a carico di altri gruppi muscolari. Si tratta di distrazioni o rotture dell’ilepsoas, ma anche di lesioni a carico del quadrato del femore o dell’otturatore interno. Di questo ampio gruppo di quadri “pseudopubalgici” fanno parte le sindromi da compressione nervosa.
Di recente acquisizione è la sindrome da intrappolamento del nervo otturatorio; condizione relativamente frequente soprattutto nel calcio e determinata da gesti tipici di questo sport quali il calciare, la corsa ed i cambi di direzione. La sintomatologia è sostanzialmente data da un dolore profondo riferito nella regione inserzionale adduttoria; tale dolore viene esacerbato dall’esercizio fisico e con esso compaiono anche debolezza muscolare a carico degli adduttori e spasmi muscolari; spesso sono anche presenti parestesie irradiate alla regione mediale della coscia.
Vanno poi considerate lesioni ossee, per la verità assai rare nei calciatori, infine esistono della pubalgia le cosiddette cause “posturali”: squilibri fra addominali e paravertebrali per iperlordosi lombare, squilibri nel contesto stesso della parete addominale fra fibre oblique e fibre longitudinali o ancora fra addominali ed adduttori.
Quindi tutta una serie di cause scatenanti che devono essere affrontate almeno nella fase di riatletizzazione, un lavoro globale e mirato soprattutto alla prevenzione.
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